Wednesday, October 27, 2010

i cattolici e l'economia globale

Denaro e paradiso .I cattolici e l’economia globale
Un libro edito da Lindau di Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello IOR, economista di primo piano e Rino Cammilleri scrittore e Giornalista cattolico. Proponiamo in breve sintesi delle riflessioni proposte in questo libro.
Il capitalismo è una forma di organizzazione del mondo produttivo e del mercato, che si basa essenzialmente sulla libera concorrenza delle imprese. Esso nasce in ambito cattolico nel medioevo ,grazie all’istituzione dei Monti di pietà e via via delle casse rurali. Basta pensare che oggi le regioni europee più ricche sono la Catalogna, La Baviera, la Lombardia, terre a maggioranza cattolica. Per non parlare dell’Irlanda. Nei secoli bui i monasteri benedettini divennero quasi delle Silicon Walley orientate a Dio e agli uomini. Territori in cui si posero le premesse indispensabili allo stesso capitalismo, si svilupparono tecniche in siderurgia, energia,idraulica, tessitura e costruzioni.
Successivamente il capitalismo con l’inizio della rivoluzione industriale e del colonialismo si sviluppa, essenzialmente in ambito protestante, anche grazie al fatto che la chiesa di fronte a fenomeni ad essi legati quali il colonialismo , l’usura , lo sfruttamento dei lavoratori, si chiude a nuove frontiere, si ripiega in riflessione .La rivoluzione industriale, portò ad un aumento del benessere globale. La storia ci ricorda seppur con tutti i suoi limiti che il capitalismo abbia infine trionfato su pensiero e azione marxisti, creando meno poveri ,distribuendo più ricchezza e lasciando più libertà laddove è stato applicato.
Oggi a distanza di secoli l’uomo è costretto a fare i conti con un fenomeno nuovo: la Globalizzazione.Cioè il progressivo abbattimento di dazi doganali e di protezionismi locali in un mondo dove beni , uomini e tecnologia possano spostarsi liberamente. La Globalizzazione è oggi come l’economia un fattore neutro che comporta rischi ed opportunità. Costringe di fatto i paesi più ricchi del mondo sempre più a porsi il problema di come possano essere utilizzati al meglio gli aiuti al terzo mondo.La globalizzazione si potrà attuare pienamente solo attraverso un progressivo abbattimento delle dogane, cercando di ledere il meno possibile le lobbies internazionali. Le dogane si abbattono totalmente quando si trova un modo di non danneggiare quasi nessuno. E’ vero che la leaderschip della Globalizzazione e degli USA, all’inizio era fortemente legata all’americanizzazione, tuttavia non lo sarà a lunga scadenza. E comunque certo qualcosa di americaneggiante resterà in tutti ,come resto qualcosa di grecizzante restò dopo la magna Grecia.Qualcosa di rimaneggiante nell’impero romano o di francesizzante dopo Napoleone. Esistono valutazioni autorevoli discordanti fra loro riguardo la globalizzazione. Per la rivista missionaria Nigrizia la globalizzazione è un sistema di violenza inaudita e ben camuffata. Invece Pietro Gheddo, che è il decano dei missionari cattolici del mondo ,sostiene che grazie agli aiuti del mondo ricco e della globalizzazione il mondo più povero soffre meno la fame,le malattie,la morte e ha finalmente maggiori prospettive per gestire un futuro migliore.
I catastrofisti del club di Roma, nel famigerato rapporto degli anni ‘60 che predissero che il collasso e la catastrofe che si sarebbero abbattute nel mondo a causa ,dal boom demografico alla distruzione dell’ecosistema , hanno miseramente fallito la loro previsione .La causa maggiore della attuale crisi mondiale è da ascrivere alle politiche neomalthusiane che invitando esplicitamente a fare meno figli, hanno fatto si che si creasse una società occidentale sempre più avanzata di età con costi elevati per pensioni e sanità e un diminuire di contributi relativi alle fasce giovanili che si sono assottigliate. Sono crollati i risparmi perchè si sono formate meno famiglie con figli,obbligate a risparmiare. Si ricorda che l’impero Romano crollò anche a motivo del crollo della sua popolazione del 50% in due secoli.. La crescita della popolazione mondiale tra 1900 e il 2000 di 4 volte è dovuta ad un salto di qualità dell’igiene,del miglioramento dell’alimentazione e alla diminuzione della mortalità infantile.
E’ avvenuto dunque che la catastrofe annunziata dal club di Roma non c’e stata,anzi , il pianeta non è stato mai meglio,la bomba demografica non è esplosa a livello planetario .Le risorse non si sono esaurite, addirittura i prezzi delle materie prime sono crollati per eccesso di offerta e il reddito pro capite del terzo mondo si è moltiplicato da allora anche il divario con i paesi industrializzati sia cresciuto. Le foreste non sono scomparse .L’acqua è una risorsa rinnovabile ed abbondante.
Per quanto riguarda gli aiuti che provengono da tutto il mondo e in modo particolare dall’occidente, essi spesso finiscono nelle mani di organizzazioni o governanti che non li finalizzano allo sviluppo, ma creano ricchezze nelle mani di pochi che in alcuni casi addirittura li impiegano in banche svizzere.
Nasce dunque l’esigenza di collegare gli aiuti ai risultati, cosa di cui si parla da decenni.
John Kennedy fu il primo che sollevò il problema negli anni ’60. Attualmente molto finisce nelle mani di burocrati del fondo monetario internazionale e della banca mondiale che si accusano a vicenda del fallimento di turno.
Se si cerca di intervenire nella soluzione interna ai paesi, si è accusati di mire colonialiste.
Se s’impongono strutture di controllo dell’uso dei fondi , si immaginano gestioni opportunistiche degli investimenti stessi. Se si creano scuole di formazione e istruzione, si viene denunciati per aggressione culturale, oppure di voler imporre competenze e mestieri utili per successivi sfruttamenti.
Se si mandassero,missionari scortati dai caschi blu, si attaccherebbe subito “ l’imperialismo della chiesa cattolica”.
Secondo gli autori del libro l’etica migliore per gestire l’economia capitalistica globale è quella cattolica essa è la più opportuna e non ostacola il processo di globalizzazione, è stata applicata con successo all’economia. ,anche se la globalizzazione stessa mira ad omogeneizzare le diverse etiche, per integrare meglio i popoli e quando incontra una morale forte cerca di depotenziarla trasformandola in etica sociale. L’etica cattolica quando è stata applicata integralmente come testimonia la storia ha prodotto ottimi risultati ,vedesi il monachesimo benedettino. Il problema è che pochi ,anche nel mondo cattolico sono disposti ad applicarla in tutti gli aspetti della loro vita. Nel modo protestante spesso si vedono politiche economiche e strategie industriali volte all’arricchimento personale con scarsa attenzione alle virtù praticate. L’etica buddista tende addirittura alla diminuzione dei desideri,al fine di arrivare alla perfetta insensibilità verso i bisogni e alla loro soddisfazione. Altre etiche come quella induista sono ispirate e regolate da leggi improntate ad una sorta di fatalismo ,nel quale si attende quasi la necessità si soddisfino da sole. Quelle laiche infine confidano troppo nella natura buona dell’uomo e nella sua razionalità scientifica,con le derive di grandi errori,abusi,eccessi che ne conseguono.
Allora ci si chiede se la morale cattolica è la migliore di tutte, non si capisce perchè non sia stata applicata in economia integralmente. Purtroppo la maggioranza degli uomini almeno in occidente non accettano il fatto che Dio esista e che conseguentemente la vita abbia un senso soprannaturale.
Inoltre da quando l’illuminismo ha dichiarato che l’uomo non è altro che un animale pensante,l ‘economia deve solo preoccuparsi di soddisfare ,i bisogni materiali , perchè quelli spirituali sono un illusione.
Ma la chiesa cattolica cosa suggerisce per affrontare i rischi della globalizzazione
Papa Ratzinger nella sua ultima enciclica Caritas in veritate indica la direzione verso la quale l’uomo e l’economia devono camminare.
“Senza la guida della carità nella verità, questa spinta planetaria può concorrere a creare rischi di danni sconosciuti finora e di nuove divisioni della famiglia umana”.
“l’economia integrata dei nostri giorni non elimina il ruolo degli stati, piuttosto ne impegna i governi ad una più forte collaborazione reciproca.Ragioni di saggezza e di prudenza suggeriscono di non proclamare troppo affrettatamente la fine dello stato. In relazione alla soluzione della crisi attuale, il suo ruolo sembra destinato a crescere, riacquistando molte delle sue competenze”.
“lo sviluppo integrale dei popoli e la collaborazione internazionale esigono che venga istituito , un grado superiore di ordinamento internazionale di tipo sussidiario per il governo della globalizzazione”
Infine l’enciclica dice sostanzialmente che considerare l’aumento della popolazione come causa prima del sottosviluppo è scorretto, anche da un punto di vista economico”
Cosa intende sostanzialmente il papa ?
L’aumento della popolazione nei paesi che vent’anni fa erano considerati “in via di sviluppo” ha loro portato oggi, grazie anche alla delocalizzazione produttiva,benessere e ricchezza, in misura tale da poter tenere in piedi i nostri paesi(ex ricchi e senza figli)
Questi paesi stanno investendo in zone che noi occidentali abbiamo considerato in povertà cronica.
Si stima che in Africa, in via di colonizzazione da parte dei cinesi, fra una decina di anni potranno esserci un paio di miliardi di abitanti. Su questo i cinesi stanno investendo e creando benessere.
Il problema semmai, sarà di quale cultura e quale visione della dignità dell’uomo questi “ nuovi colonizzatori” saranno portatori fra quelle popolazioni. Certo, non quelle cattoliche.

Luigi Fabiano

LUIGI FABIANO
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